Occorre aprirsi al territorio e alla comunità: don Pascolini all’Avvenire
Il tema del prossimo Happening degli Oratori italiani vuole spingere le comunità diocesane e parrocchiali a guardare oltre. Questa la convinzione di don Riccardo Pascolini, incaricato della pastorale giovanile dell’Umbria e segretario del FOI che insieme alla pastorale giovanile pugliese guidata da don Davide Abascià, sta lavorando alacremente all’organizzazione del grande evento nazionale che per la terza volta radunerà tutto il mondo degli oratori italiani per fare comunità e guardare avanti, guardare oltre. “Oltre se stesso, gli schemi, con uno sguardo che lo renda capace di intercettare ciò che sta fuori e di fare rete, senza dimenticare i lontani e gli ultimi” sottolinea don Riccardo in una sua recente intervista ad Avvenire. “E’ tempo non di rinchiudersi, ma di aprirsi per rigenerare le comunità”. L’oratorio dunque deve inserirsi nel complesso percorso di rinnovamento del territorio, così da stimolare un nuovo tipo di apostolato più dinamico e attivo». Senza cioè accontentarsi, ma – chiarisce don Pascolini – vivendo l’esperienza della sinodalità della Chiesa locale, nella rete della pastorale giovanile. “Facciamo fuori l’oratorio – Oratori in uscita”, slogan del prossimo Happening, non rappresenta una minaccia, ma dice un’idea, una direzione, un programma. A partire da quanto suggerito dal documento finale del Sinodo e nello spirito delle Linee progettuali per la pastorale giovanile italiana, infatti, il mondo degli oratori, ha deciso di interrogarsi e capire come passare dall’idea di centri statici, dove i giovani possano venire, all’idea di soggetti pastorali in movimento con e verso i giovani, capaci cioè di incontrarli nei loro luoghi di vita ordinari come la scuola e la Rete, le periferie esistenziali, il mondo rurale e quello del lavoro, l’espressione musicale e artistica. È importante che gli oltre 8000 oratori sparsi in tutta Italia, parrocchiali soprattutto al nord o legati ad alcune Congregazioni religiose come è più frequente al sud, non siano realtà autoreferenziali, ma si mettano in dialogo con il territorio, con i poveri, con i linguaggi di oggi, con le varie realtà. Non è un caso che la seconda giornata dell’Happening sarà dedicata ai laboratori «trasversali e provocatori» su legalità, mondialità, disabilità e cura della casa comune, che affiancheranno momenti di riflessione, testimonianza, preghiera e festa.